La meraviglia dell’uomo è saper trovare soluzioni anche nei momenti di maggiore incertezza. Da sempre questa energia è ciò che più mi commuove del nostro vivere. In questo compito di ricerca costante chi più di tutti urla, si impegna e dedica interamente la propria vita, è l’artista, nelle diverse discipline: musica, teatro, letteratura, cinema, poesia e arte. E’ per questo che ho scelto questo lavoro, per stare vicina a chi ha delle forti “visioni”, a chi lavora duramente per trovare il modo di rappresentare una nuova visione del mondo. Il ruolo del vero gallerista è proprio questo stare in mezzo, vivere da un lato la società contemporanea con tutto il suo vivo nervosismo e dall’altro ascoltare e selezionare quegli artisti che possono farci ragionare in modo nuovo e quindi trovare delle soluzioni al nostro disagio. Artisti che vivono e parlano dell’oggi e comunicano con opere in forte relazione con la contemporaneità, per tecnica, soggetto, estetica.

Scegliere questi artisti e aiutarli nel loro percorso è un lavoro che ha anche un peso estetico e la galleria lo svolge accompagnata da critici dell’arte, filosofi, artisti stessi e collezionisti o appassionati sostenitori dell’arte.

Giuseppe Rinaldo Basili ha compiuto un salto importante nel suo percorso artistico ed è per ciò che presentiamo il suo lavoro in una mostra pubblica. Cercherò di argomentare la scelta in questo breve testo.

Oggi viviamo in un mondo complesso per svariati aspetti che tutti conosciamo: tecnologici, economici, sociali. Ci sentiamo come intrappolati in un flusso chiamato sviluppo a cui i mass media conferiscono un carattere di precarietà e superficialità. Ma il flusso è questo ed è inarrestabile. Non è questione di opporsi o fare resistenza, ma di capire come meglio mantenere il lato umano vitale.

Il sociologo Alain Touraine ha scritto nel 2004 un saggio intitolato “La globalizzazione e la fine del sociale” in cui delinea i nuovi paradigmi della vita collettiva e personale. “L’elaborazione di una società mondiale sarà lenta e difficile, ma anche ineluttabile. Stiamo assistendo alla compresenza e mescolanza di realtà contrapposte. Ma bisogna dare a ognuno la possibilità di essere un attore, ben preparato, protetto, informato e orientato, della vita sociale. Il futuro è lo sguardo sui singoli individui considera in se stessi… I rapporti di ciascuno con se stesso e con gli altri sono tanto importanti quanto, un tempo, la conquista del mondo.

In questo profondo momento di cambiamento Basili riconosce e rappresenta questa pluralità e mette i singoli in dialogo tra loro. Analizzeremo dopo come, per ora ci soffermiamo sulla parola che dà il titolo alla mostra: il dialogo.

Il dialogo è segno di disponibilità all’ascolto, al rispetto dell’altro, all’autocritica. E’ un incontro da uomo a uomo, con una intensa e profonda volontà reciproca di perseguire e approfondire un confronto. Il dialogo non è fatto per convincere l’altro, ma per conoscerlo. E conoscere vuol dire anche essere manifestamente in disaccordo, ma con totale rispetto per il pensiero e il sentire dell’altro. Il dialogo era alla base della filosofia dell’antica Grecia, ha avuto poi fortune altalenanti ma è stato ripreso nel XX secolo, in particolare dall’esperienza ermeneutica. E’ Hans- Georg Gadamer (1900-2002) a dire che “..è in quanto linguaggio, dunque dialogo, che l’essere può venire compreso”. Ed è di appena un mese fa un bellissimo esempio di dialogo: quello tra Papa Francesco e Eugenio Scalfari. Dunque un tema di estrema attualità.

Giuseppe Rinaldo Basili lavora al dialogo già dal 2007, quando ha abbandonato il paesaggio e ha riconosciuto nel colore il suo linguaggio essenziale. Da allora le sue opere, sempre pittoriche, hanno attraversato diverse fasi, chiamate SCRAP, PETALS, DROPS. La materia si è fatta sempre più pura e il colore autonomo. Si tratta di pixel, come nel mondo dei computer, di piccoli flash di informazione, come nella nuova teoria della fisica quantistica.

Il mio interesse per il lavoro di Basili sta proprio qui. Nella sua attenta visione di una società complessa in cui tutto convive a stretto contatto e nella sua capacità di rappresentarla con riferimento chiari a tecnologie e scienze contemporanee.

Basili, come dicevo, coglie nel colore la più grande sintesi del messaggio e ci regala quadri dove rappresenta la forza della compresenza in una moltitudine armonica e piacevole. Un’opera che, detto semplicemente, ci fa stare bene e ci permette di percepire la differenza tra ciò che c’è nel quadro e ciò che non c’è nel mondo. L’occhio vaga nei quadri di Basili, libero di scegliere il proprio percorso ed è appagato in ogni istante. Tutto convive in armonia, anche gli opposti.

Maria Yvonne Pugliese